Per preparare questa ricetta bisogna innanzitutto dimenticarsi di togliere dal congelatore delle fette di tonno, ricordarsene quando si è ancora fuori casa bloccati nel traffico ed avere a cena degli amici senza altro in frigo da preparare.
Ciò premesso, si prendono le fette di tonno ancora surgelate, le si tagliano a filettoni con un coltello ben affilato (occhio al verso del taglio, sennò si disintegrano nella cottura) e si mettono a scongelare in una terrina larga (non devono toccarsi tra loro). Nella terrina si mettono: salsa di soia (meglio quella da marinatura, se la trovate), olio di oliva, succo di limone, scorza d'arancio essiccata e macinata. Lasciate riposare a temperatura ambiente per un'ora, girando i filettoni sui quattro lati ogni dieci minuti.
Quando sarà il momento di cuocerli, scaldate molto calda una padelle antiaderente (non una griglia) e cuocete i filettoni un lato per volta. Non preoccupatevi se al centro non saranno ancora completamente scongelati quando le mettete in padella, alla fine verranno perfetti, appena rosa. Se volete, quasi a fine cottura, potete mettere in padella anche la marinatura (no sui filetti, colatela di lato verso il bordo caldo e fate evaporare) ed usarla come salsina da aggiungere (con moderazione perché risulterà piuttosto densa e forte di sapore).
Io ho portato in tavola con della misticanza e delle fette di avocado non troppo maturo. Inutile dire che un vino bianco ben freddo non deve mancare.
Una bella giornata al mare, una Fregene agostana senza calca, una mezza idea di fermarsi a cena in spiaggia stroncata da un imprevisto, di quelli senza conseguenze serie, ma che ti mandano in vacca il programma che ti eri fatto. La voglia di pesce che ti è rimasta, di quelle voglie che anziché andare dritti a casa prendendo l'Aurelia ti portano prima ad un rapido passaggio in pescheria.
Alle sette del pomeriggio non si può pretendere la luna, in pescheria, ma per fortuna cozze e alici si trovano quasi sempre. Alici? Buone le alici, fritte e mangiate, si, si, buonissime! "Glieli metto anche due calamari? Ce li ho bellissimi..." "Evvabbè, vada per i due calamari, male non ci stanno".
Pulire le alici, spinandole una per una non è divertente, ma la bontà ripaga della fatica e della pazienza. Con l'occasione abbiamo finalmente collaudato l'apposito vassoio per scolare il fritto comprato l'estate passata, quello di alluminio, leggermente conico con i buchi sotto ed il pentolino per raccogliere l'olio scolato. Non ho idea di come si chiami l'attrezzo, ma funziona alla grande: il fritto viene asciutto e rimane croccante, altro che carta assorbente.
Un pizzico di sale, una goccia di limone e del pane (io il pesce fritto non riesco mangiarlo senza pane, è più forte di me) e via. Con una birra ghiacciata, naturalmente. E naturalmente niente forchetta, che sennò le alici si offendono.