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Questa ricetta, che a casa adoriamo, si può fare in vari modi. Quella tradizionale richiede una preparazione abbastanza noiosa ed una cottura lunghissima ed è quella che faccio di solito. Questa volta però, vi racconto la versione furba. Furba perché si prepara in pochissimo tempo e, in barba alla tradizione, è altrettanto buona.
Cominciate con il mettere in ammollo in acqua fredda le lenticchie la sera prima di andare a nanna. La mattina dopo, appena alzati, cambiate l'acqua. Uscendo, comprate delle castagne surgelate. Le trovate già pelate in molti negozi di surgelati, accanto ai frutti di bosco.
La sera, tornati a casa, tritate uno scalogno ed uno spicchio d'aglio e fatelo imbiondire in olio d'oliva abbondante. Aggiungete ora le lenticchie scolare, una bella manciata di castagne ancora surgelate (sono crude ma riuscire a tagliarle a metà con il coltello del pane). Coprite con acqua abbondante (un paio di centimetri sopra le lenticchie) ed aggiungete un dado da brodo vegetale o un cucchiaio di brodo vegetale granulare. Fate cuocere coperto per venti minuti senza girare.
Se volete, ungete e salate sui due lati delle fette di pane casereccio e mettetele a tostare in forno per qualche minuto per accompagnare la zuppa.
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Dopo averla gradita ad un evento dove sono stato ho voluto rifarla a casa. Ho comprato dei buoni ceci secchi, li ho controllati bene (non si sa mai) e tenuti a bagno in acqua fredda per 24 ore, cambiando l'acqua due volte.
Ho preparato un soffritto con olio d'oliva, cipolla bionda, sedano e scalogno ed ho messo i ceci ad insaporire per qualche minuto. A quel punto ho ricoperto con brodo di verdura (di dado) ben abbondante, tre centimetri sopra il livello dei ceci e fatto cuocere a fuoco medio per un'ora abbondante.
Mentre i ceci cuocevano ho lessato delle castagne un po' al dente, le ho sbucciate, spellate ed aggiunte ai ceci quasi all'ultimo.
Quando i ceci erano ben cotti, ho preso quattro mestoli della zuppa e l'ho frullata con il frullatore a bicchiere sino a ricavarne una vellutata molto liscia. L'ho aggiunta nuovamente al resto della zuppa e fatto cuocere per altri dieci minuti, aggiustando di sale e mescolando.
Un filo d'olio ed appena un pizzico di pepe (ma proprio un pizzico) li ho aggiunti direttamente nelle ciotole.
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Il tempo fa schifo, piove che sembra non debba più smettere, una vera giornata d'autunno di quelle che odio. Mi aggiro ancora in vestaglia per casa, incerto se vestirmi e uscire comunque o rimandare ancora un po'.
Improvvisamente mi ricordo della farina di castagne comprata due settimane fa.
Una terrina, latte tiepido quanto basta per ricavare una pastella molto lenta (tipo crepes) e null'altro, niente uova. Ricavo una dopo l'altra le frittatine con il padellino da 12, le spalmo con la fantastica gelatina di prugnoli (quelle susine rosse o gialle semi-selvatiche di cui ho quattro alberi in giardino) e le piego in due. Una spolverata di zucchero a velo (che io non amo ma che ai bimbi piace un sacco) e sono pronte.
Belle calde, dolci e profumate in attesa che spiova. Prima o poi.