Ci sono piatti che non mi vengono mai a noia. Alcuni di questi sono di quando ero piccolo e per una forma di rispetto persino io che in cucina adoro pasticciare e sperimentare, non mi azzardo a modificare.
La pasta al burro macchiata è uno di questi. Lo faceva mia mamma, lo faccio anche io nello stesso esatto modo. Unica variante è che questa volta ho usato dei bigoli all'uovo di Barilla perchè non avevo spaghetti. La pasta va scolata al dente e condita con burro abbondante. Nel piatto si aggiunge una generosa grattata di grana o parmigiano.
Il sugo arriva per ultimo, un sugo classico fatto con soffritto di cipolla, passata di pomodoro e maggiorana. Non dovete farlo apposta: deve tassativamente essere un piccolo avanzo, meglio se surgelato tempo addietro e scaldato (bollente) all'ultimo momento, o la pasta non avrà lo stesso sapore.
La tecnica di degustazione prevede che il sugo debba rimanere nel piatto separato dalla pasta. Si arrotola una forchettata piccola e poi la puccia nel sugo prima di metterla sotto i denti. Solo con l'ultima forchettata è consentito pulire con cura il piatto dagli ultimi rimasugli di sugo. Siete autorizzati ad usare un boccone di rosetta o ciriola per portare il piatto a specchio.
Qualche giorno fa, colto da un improvviso desiderio di pasta e ceci, avevo chiesto aiuto agli amici di Friendfeed senza ricevere (strano, perché di rado non c'è risposta ad appelli così importanti...) aiuto per la ricetta. A quel punto ho improvvisato. Ho scolato i ceci in scatola (di quelli buoni, biologici) e li ho saltati in olio, aglio (mezzo spicchio tritato, mezzo schiacciato che poi ho tolto), due peperoncini interi e del rosmarino. A parte ho scaldato dell'acqua e preparato del brodo vegetale con un buon dado in polvere. Si, lo so, avrei dovuto prepararlo con le verdure vere, ma non avevo le verdure e nemmeno il tempo, questa volta.
I tubetti rigati (bio pure quelli, non li avevo mai provati, ne ho messi 300 grammi per 4 persone) li ho cotti aggiungendo il brodo un pochino per volta, quasi a risottare all'inizioo e poi bagnando in abbondanza. Mentre cuocevo la pasta, una intuizione di quelle "o la va o la spacca": ho preso un cucchiaino raso di curry dolce (quelo ceh uso per il pollo) e l'ho aggiunto al tutto.
Beh, non avete idea della bontà del risultato: un profumo di curry appena accennato che ha dato alla pasta e ceci un verve eccezionale. Provateci e mi direte.
Che cucinare mi piace, credo sia evidente. Che cucinare per tante persone mi piace moltissimo ve lo dico io. Mi piace la sfida e mi piace da morire il rischio che venga tutto uno schifezza toppando la cena, cosa che però non mi è ancora mai successa (per fortuna).
Come è successo gioni fa, quando mi sono cimentato in una pasta al forno per venti persone. Il pratica vuol dire due kili di pasta, due litri e mezzo di besciamella, tre etti abbondanti di speck, tre provole piccole, parmigiano reggiano e burro in quantità industriale.
Per la cronaca, ne è avanzata la porzione della vergogna, adatta forse ad un bimbo con poca fame.
Il ragù mi era venuto così così, gli mancava qualcosa di indefinito, forse il soffritto era poco o la cipolla debole. Ai bimbi non era piaciuta e ne era avanzata tanta, ma la regola è cercare di non buttare nulla di commestibile.
Il giorno dopo ho tentato il jolly preparando una besciamella leggera ed ho vinto la partita. I bimbi hanno pulito il piatto con il pane,
Immodestamente vi dirò che la mia carbonara teme pochi confronti. Chi vuole sfidarmi a pubblica tenzone si faccia avanti, raccolgo la sfida già da ora e alla cieca. Detto questo ho una moglie che la carbonara non la mangia (eh si, l'uovo crudo è viscido...) ed ogni volta che la faccio i bimbi impazziscono ma per lei preparo una griscia. Non che sia male, la griscia, ma certo è un'altra cosa rispetto alla scivolosa sontuosità della carbonara.
Io preferirei gli spaghettti, ma i bimbi con i rigatoni si trovano meglio e rigatone è stato.
Buona era buona, avanzata non molta, la sera dopo è diventata una frittatona di pasta alla carbonara, che se sulla progenitrice mi difendo della frittatona sono (sempre immodestamente) quasi un profeta. Anche qui, se fate i bravi, la prossima volta vi invito a provarla.