Anche d'estate, anche nella casa di vacanze (dove la cucina è un francobollo appena-appena praticabile), l'appetito non manca. Le polpettine burine le ho fatte per Ferragosto, come contributo al pranzo di mezzogiorno dove ognuno portava qualcosa.
La base è del macinato di manzo passato due volte, pane bagnato con latte e uova intere. Però al posto del parmigiano ho messo del pecorino fresco abruzzese e non ho aggiunto sale. Le ho fritte in olio d'oliva abbondante, per poi mangiarle appena tiepide come antipasto.
Era qualche giorno che non avevo tempo di cucinare. Quasi dieci giorni fatti di pranzi e cene più fuori che a casa, e quando a casa nulla più di uno spaghetto al pomodoro e del petto di pollo ai ferri.
Sabato ero a cena da amici e volendo contribuire all'accompagno di una bella scelta di vini con nome e cognome mi sono dedicato ad uno dei miei piatti preferiti: le polpette. Nell'impasto, due terzi di macinato di manzo, un terzo di macinato di maiale magro, mollica di pane ammollata con il latte, sale, pepe, una grattata di parmigiano, due uova intere per ogni kilo di macinato.
A me piacciono anche semplici semplici, fritte in burro e olio d'oliva e mangiate bollenti appena fatte. Il problema è proprio questo però, dopo pochi minuti dalla cottura si iniziano a seccare e perdono molto.
E allora, come ho fatto tante volte, preparo a parte una besciamella leggera (metà della farina che ci andrebbe secondo le regole) e poi la uso per tenerci "a mollo" le polpettine. Di solito per insaporire la besciamella uso dei funghi saltati in padella (champignon con qualche pezzetto di porcino secco ammollato) e poi frullati molto fini. Questa volta, sapendo i funghi non graditi ad uno degli amici presenti, ho aggiunto alla besciamella solo della buona paprika dolce. Non troppa da rendere piccanti le polpettine, abbastanza da dare appena un tono di rosa alla besciamella ed un "buon saporino" al tutto. Per darvi una misura, tre cucchiaini di paprika in 800 grammi di besciamella.
Era la prma volta che sperimentavo la variante, ma dal gradimento dei presenti direi che l'esperimento è riuscito.
Si, è proprio lei, la stessa ricotta che abbiamo mangiato a cena domenica come avvio del barbecue e ieri come dolce. Ho avuto più occhi che pancia e ne avevo comprata troppa, preso dalla bellezza della forma intera (che però son 2 kili abbondanti).
Non avevo voglia di usare quella avanzata per una torta rustica che mi avrebbe costretto ad accendere il forno. E allora ho optato per la preparazione di un piatto che è in realtà, da tradizione di casa mia, andrebbe fatto con gli spinaci. Nel congelatore però avevo un avanzo di bietole a cubetti, e quello ho usato.
Per la preparazione dell'impasto si procede come per le polpette: in una terrina si mette la ricotta di pecora, le bietole (o gli spinaci) lessati, ben strizzati e tritati, un uovo intero ogni 300 grammi di ricotta, parmigiano grattato, sale quanto basta e se piace un po' di pepe o noce moscata. Io non amo la noce moscata ed avevo finito il pepe.
Si mescola bene e se necessario si aggiusta da consistenza con appena un filo di farina (ma solo se l'ìimpasto risulta troppo bagnato). A qusto punto ci si arma di pazienza e si ricavano delle polpettine da circa una cucchiaiata di impasto ciascuna. Le prime vi verranno orribili perchè l'impasto sia appiccica alle mani, poi andrà meglio perchè il grasso della ricottta farà da antiaderente. Mano a mano che fate le polpettine adagiatele in un vassoio coperto di farina facendole rotolare leggermente in modo che la polpettina si infarini leggermente.
Se fosse inverno sarebbero ottime con burro fuso e parmigiano, io invece (intanto che bolliva l'acqua salata) ho fatto un sugo rapido con della passata di pomodoro, aglio e maggiorana. Quando l'acqua salata raggiunge il bollore, abbassatelo un po' e calate le polpettine una alla volta rapidamente. Saranno cotte quando affioreranno. Scolatele, mettetele in un piatto grande con un po' di sugo di pomodoro sotto ed altro sopra e portate in tavola con parmigiano grattato o ricotta salata, se vi va un gusto più deciso.
Nella foto che segue, il mio secondo piatto: il primo ho deciso di non fotografarlo per pudore (e perchè non volevo si freddasse). Anche i bimbi han gradito molto, cosa che non sarebbe successa se avessi portato in tavola le bietole in altro modo.