Il piatto è semplicissimo e gustosissimo, ma richiede un po' di attenzione a tempi ed alla sequenza di cottura. Sulle dosi delle spezie invece potete regolarvi secondo il gusto, verrà ottimo comunque.
Si comincia facendo appassire nel wok della cipolla affettata sottile (meglio ancora del porro, se ne avete) in olio d'oliva abbondante. Si aggiungono poi dei peperoni verdi a listarelle si fanno andare per qualche minuto. A questo punto si aggiunge del brodo (di dado va bene, meglio di verdure) nel quale avrete sciolto il curry piccante, un cucchiaino raso di zenzero in polvere ed uno di coriandolo in polvere. Dopo un minuto o due, aggiungete qualche cucchiaio di passata di pomodoro e aggiustate di sale.
Aggiungete ora dei gamberi sgusciati - quelli surgelati andranno benissimo - e fateli cuocere senza esagerare, tenendo presente che continueranno a quocere nel condimento anche a fuoco spento. Prima di andare in tavola, aggiungete della panna da cucina e girate bene. Sulla quantità regolatevi ad occhio, il sugo deve sbiadire ma non imbiancare troppo.
L'accompagnamento ideale è con del riso basmati, lessato con pochissimo sale, un cucchiaio di zenzero ed una cipolla tagliata in quattro. La regola è sempre una tazza di riso per due d'acqua.
Qualche giorno fa, colto da un improvviso desiderio di pasta e ceci, avevo chiesto aiuto agli amici di Friendfeed senza ricevere (strano, perché di rado non c'è risposta ad appelli così importanti...) aiuto per la ricetta. A quel punto ho improvvisato. Ho scolato i ceci in scatola (di quelli buoni, biologici) e li ho saltati in olio, aglio (mezzo spicchio tritato, mezzo schiacciato che poi ho tolto), due peperoncini interi e del rosmarino. A parte ho scaldato dell'acqua e preparato del brodo vegetale con un buon dado in polvere. Si, lo so, avrei dovuto prepararlo con le verdure vere, ma non avevo le verdure e nemmeno il tempo, questa volta.
I tubetti rigati (bio pure quelli, non li avevo mai provati, ne ho messi 300 grammi per 4 persone) li ho cotti aggiungendo il brodo un pochino per volta, quasi a risottare all'inizioo e poi bagnando in abbondanza. Mentre cuocevo la pasta, una intuizione di quelle "o la va o la spacca": ho preso un cucchiaino raso di curry dolce (quelo ceh uso per il pollo) e l'ho aggiunto al tutto.
Beh, non avete idea della bontà del risultato: un profumo di curry appena accennato che ha dato alla pasta e ceci un verve eccezionale. Provateci e mi direte.
Lo confesso: "Orrori da Gustare" è uno dei miei programmi preferiti su SKY, specialmente da qualche puntata a questa parte. Mi piaceva anche prima, ma ora che mangia meno insetti bolliti e più piatti di strada appetitosissimi, è meglio.
Questa ricetta l'ho vista preparare in un carretto per strada, in un qualche paesino indiano dove il protagonista del programma, Andrew Zimmern, andava girando.
La base è un curry piccante preparato a partire da un bel po' di cipolle tagliate a fette e molto sedano tagliato a pezzetti. Dopo aver fatto appassire la cipolla in olio, ho fatto rosolare bene le cosce di pollo ed aggiunto il curry sciolto in brodo vegetale (quello granulare senza glutammato). A metà cottura ho aggiunto un peperone habanero verde da tre centimetri (quelli lunghi verdi asiatici non li avevo) e del latte di cocco non zuccherato.
Va fatto sobbollire a lungo in un tegame coperto. Quasi a fine cottura ho aggiunto delle foglie di sedano tritate (non avevo in casa coriandolo fresco come nella ricetta originale o prezzemolo).
Il riso è un riso bianco fatto al vapore senza aggiungere altro che un pizzico di sale. E menomale, perchè il pollo mi è venuto piccantissimo.
Il pollo al curry in famiglia piace molto, anche ai bimbi, e lo facciamo abbastanza spesso. Se non fosse per l'odore che poi rimane in casa per giorni, lo faremmo anche più spesso.
Dopo tanti esperimenti finalmente abbiamo trovato all'Auchan un latte di cocco non zuccherato veramente buono (se ci andate, è l'unico in barattolo da 400 grammi) che è l'ingrediente che fa la differenza tra un curry di pollo mediocre ed uno eccellente. Abbiamo anche trovato da Castroni (per i non romani non saprei dove indirizzarli) dei pappadums pronti secchi, solo da friggere.
Ci vuole un attimo, con un dito d'olio di semi in una padella con i bordi alti. Portati in tavola bollenti e croccantissimi al posto del pane sono un vero sfizio.