Ieri sono a stato a Napoli per il VesuvioCamp: meno di sei ore in tutto, sei caffè bevuti (forse sette). A Roma ho quasi smesso di bere caffè al bar, mediamente cattivo, spessissimo troppo amaro (dei trucchi per fare un espresso con meno della quantità di caffè "regolamentare" magari scriverò un'altra volta), troppo corto. E poi quando chiedi un bicchier d'acqua ti guardano quasi storto, a Napoli non devi chiedere, fa parte del rito, e mi sono proprio sfiziato.
Stamani però a colazione mi sono dedicato alla preparazione di un buon caffè americano. Già perché a me il caffè piace proprio tutto, purché preparato bene. Americano, francese, svedese, turco, arabo. L'unico che non sopporto è quelllo con il cardamomo. Ricordo una volta a Milano un caffè al cardamomo preparato amorevolmente da amici dopo una tirata in macchina da Roma. Dall'idea del piacere al disgusto passò mezzo sorso. Mai più.
Stamani quello americano è venuto molto bene, acqua ben calda, caffè Hag (si, potete inorridire ma a me paice), giusto tempo di riposo. L'ho accompagnato con una fettina di pane fatto in casa ieri da Marina, burro e marmellata di prugnoli (anche quella fatta in casa, con i prugnoli del giardino).
La fetta di pane e marmellata, mi spiace, l'ho divorata prima di poterla fotografare.