Qualche giorno fa avevo deciso di fare le pizzottelle napoletane, quella cosa buonissima fatta con la pasta cresciuta fritta e condita con pomodoro e basilico.
La mattina ho preparato l'impasto (come quello delle pizza ma un po' più bagnato) usando farina, acqua, olio, sale e lievito madre. A metà pomeriggio ho pensato che dopo le pizzottelle ci sarebbe stato bene qualcosa di dolce.
Allora ho preso un parte dell'impasto (che nel frattempo era lievitato) e l'ho lavorato nuovamente aggiungendo dello zucchero di canna semolato. L'ho rimesso in caldo per la seconda lievitazione per circa tre ore e mezza.
Dopo la cena con le pizzottelle ho riacceso la padella con l'olio ed ho fritto questo strano impasto dolce, venuto incredibilmente elastico (sembrava veramente gomma). Ho usato due cucchiai e lasciato cadere l'impasto nell'olio caldo. Beh, mi è preso un colpo: la pasta si è scurita quasi subito e sono stato tentato di smettere di friggere. Poi mi sono detto "proviamoci lo stesso, tanto ormai...".
Beh, menomale che l'ho fatto: la scuritura era in realtà lo zucchero semolato che non sie era sciolto completamente nell'impasto e si era caramellato a contatto con l'olio caldo. Ho sporverizzato con zucchero semolato bianco e portato in tavola ancora caldissime. Erano una cosa fantastica; il leggero sapore di caramello ci stava incredibilmente bene.
Brutte erano brutte, devo ammetterlo, e infatti le abbiamo battezzate "frittacce". E finite in un battibaleno
Non amo i dolci troppo dolci o molto elaborati, con pochissime eccezioni. Se devo pensare al mio dolce preferito, eccolo: mele fritte.
Una pastella leggera (metà farina di grano, metà di riso) un ottimo olio d'oliva per friggere e delle buone mele a rondellone. Per completare, una spolverata di zucchero di canna. Avevo finito quello scuro-scuro (che secondo me è perfetto per i dolci rustici) ed ho usato quello semi-raffinato, ma sono venute buone lo stesso. Bollenti e croccanti, accompagnate con un bicchierino di marsala secco.