Lavate e tagliate i peperoni a strisce (solo peperoni rossi ben maturi) e fateli rosolare il olio abbondante e aglio fresco. Serve una padella antiaderente e fiamma viva. Quando vedere che i peperoni cominciano a brunire leggermente sui bordi, spengete la fiamma, aggiungete un bicchiere d'acqua fredda, della maggiorna secca e dell'origano secco. Coprite la padella e fate riposare per un'ora.
Quando sarà il momento lessate molto al dente degli elicoidali di Gragnano (tortiglioni o rigatoni, se non li trovate). Scolateli quando ancora sono troppo duri per mangiarli e continuate la cottura in padella, con i peperoni. Aggiungere via via dell'acqua di cottura della pasta per risottare. Un minuto prima di servire aggiungete in padella delle mandorle a filetti (ci stanno bene sia al naturale che appena tostate) ed una generosa grattata di pepe nero.
Prendete peperoni, zucchine e melanzane e tagliate tutto a cubetti di un paio di centimetri lasciando le verdure separate. Mettete in una padella olio abbondante ed uno spicchio d'aglio o due, lasciandoli interi.
Quando l'olio sarà caldo e l'aglio appena rosolato, mettete in padella le verdure cominciando dai peperoni, quando saranno appassiti aggiungete le zucchine e quando queste saranno appena stufate le melanzane. Salate e pepate secondo il vostro gusto. Solo verso la file aggiungete dei pinoli. Questa volta li ho lasciati al naturale, ma un'altra volta li ho prima tostati e l'effetto non era niente male.
I paccheri vanno scolati molto al dente e poi saltati in padella con il condimento per qualche minuto, aggiungendo un po' dell'acqua della pasta: non proprio una risottatura ma quasi.
Per farle cuocere bisogna minacciarle, impiegano un tempo biblico, ma sono una pasta fantastica, una specie di linguine giganti. Le ho fatte con del pesto senz'aglio (che ho preso pronto, lo confesso e prometto di non farlo più) e pomodorini freschi tagliati piccoli.
Nella foto ancora non c'è, ma ho aggiunto una bella grattata di parmigiano che ci sta molto bene. Peccato che le fettucce siano cresciute pochissimo (non le avevo mai fatte) e con mezzo kilo in quattro siamo litigati l'ultima forchettata, rimanendo un po' con la voglia.
Prendete dei broccoletti (a Roma li chiamiamo così, altrove sono cime di rapa), lavateli, sfilate i gambi dei fili in eccesso e lessateli. In una padella grande fate soffriggere olio, aglio e peperoncino fresco. Dovete usare i peperoni rossi lunghi che sono più dolci, non quelli piccoli secchi che sono troppo aggressivi. Ripassate in padella per qualche minuto i broccoletti lessati che avrete tagliato a pezzi (soprattutto i gambi) aggiustando di sale. Prendete qualche filetto di alici sotto sale, lavatelo bene e spinatelo. Se volete far prima o se non vi piace trovare il pezzetto di alice, usate della buona pasta d'acciughe.
Io ho usato degli "occhi di lupo" di Garofalo che sono una sorta di mezze maniche lisce e molto spesse, ma potete usare anche tortiglioni oppure elicoidali. L'importante è che la pasta sia corta, liscia o con rigatura leggera, in modo che quando farete mantecare in padella non si rompa troppo.
La pasta va scolata al dente (non troppo asciutta) e fatta mantecare in padella per due minuti. Nel piatto aggiungete un po' del peperoncino rosso affettato finissimo ed un filo d'olio d'oliva.
Non le avevo mai provate le "Lumachine n.56" di Pasta Garofalo e quando le ho viste sullo scaffale dell'Auchan ne ho presi due pacchi per prova. Per la verità è classificata come "pastine" ma io l'ho fatta asciutta con un sugo classico con soffritto di cipolla, polpa di pomodoro e maggiorana.
Scolate ben al dente sono venute una bontà e, anche se a mangiarle con la forchetta scivolavano un po', sono durate un attimo.