Ebbene si, rispetto le tradizioni ma in cucina, dove credo sia tutto lecito, adoto le contaminazioni e le "fusioni".
La Amatriciana secondo il disciplinare non vuole olio o cipolla, ma in quella "finta" - a condizione di dichiararlo esplicitamente - ci si mette quello che si vuole, così come ho fatto io.
Le penne lisce invece sono veramente un sacrilegio con questo piatto, che avrebbe richiesto bucatini o rigatoni, che però - all'ultimo minuto - mi sono accorto di non avere.
Un maledetto virus intestinale ci ha rovinato un fine settimana che visto dalle finestre di casa sembrava spettacolare. Dopo quasi 36 ore di digiuno e 12 di the zuccherato, era il momento di masticare qualcosa.
A me però la pasta in bianco da malatino, quella lessata e solo con olio d'oliva, piace veramente poco. E allora ho preparato per quattro persone ben 200 grammi di bucatini (di più non sarenmmo riusciti a buttar giù) che per gli altri in famiglia ho condito all'olio ma che io, memore degli insegnamenti dell'immenso Aldo Fabrizio ho mangiato sconditi.
Non storcete il naso, e provateli, magari con un bucatino di Gragnano cotto perfettamente al dente salando l'acqua appena un pochino in più del vostro solito. Sentirete che scoperta.
Visto che al supermercato sono tutti fuori misura abbiamo preso a casa l'abitudine di togliere sempre le foglie esterne dei finocchi (mai capita la storia di maschi e femmine) prima di mangiarli crudi. Buttarle però è un peccato ed abbiamo provato a lessarle e saltarle in padella (dopo averne tagliate a striscioline) con olio, aglio e paprika abbondante. Il risultato non è stato male, ma la prossima volta voglio provare a lessarli meno, con la doppia cottura si erano smosciati un po' troppo.