Il piatto è semplicissimo e gustosissimo, ma richiede un po' di attenzione a tempi ed alla sequenza di cottura. Sulle dosi delle spezie invece potete regolarvi secondo il gusto, verrà ottimo comunque.
Si comincia facendo appassire nel wok della cipolla affettata sottile (meglio ancora del porro, se ne avete) in olio d'oliva abbondante. Si aggiungono poi dei peperoni verdi a listarelle si fanno andare per qualche minuto. A questo punto si aggiunge del brodo (di dado va bene, meglio di verdure) nel quale avrete sciolto il curry piccante, un cucchiaino raso di zenzero in polvere ed uno di coriandolo in polvere. Dopo un minuto o due, aggiungete qualche cucchiaio di passata di pomodoro e aggiustate di sale.
Aggiungete ora dei gamberi sgusciati - quelli surgelati andranno benissimo - e fateli cuocere senza esagerare, tenendo presente che continueranno a quocere nel condimento anche a fuoco spento. Prima di andare in tavola, aggiungete della panna da cucina e girate bene. Sulla quantità regolatevi ad occhio, il sugo deve sbiadire ma non imbiancare troppo.
L'accompagnamento ideale è con del riso basmati, lessato con pochissimo sale, un cucchiaio di zenzero ed una cipolla tagliata in quattro. La regola è sempre una tazza di riso per due d'acqua.
Non è un piatto rapidissimo, ma organizzandosi un po' in un'ora si prepara e ne vale la pena.
Cominciate con il preparare un soffritto molto abbondante con olio, cipolla, carota e sedano. Per quattro persone: una cipolla media, tre carote, due coste intere di sedano. Dopo che il soffritto sarà imbiondito, mettetene un metà da parte e nel tegame aggiungete lo spezzatino. Io uso sempre lo spinacino come taglio, facendo attenzione a tagliarlo a pezzi piccoli, da un boccone. Fate rosolare la carne, salate e aggiungete la salsa di pomodoro e della maggiorana secca. Lasciate sobbollire fino a cottura completa.
Mentre lo spezzatino cuoce tranquillo, prendete la parte di soffritto preparato prima, aggiungere un cucchiaio d'ilio d'oliva e fate tostare il riso. A questo punto, cuocete il riso coem fosse un risotto. Aggiungete brodo (di dado va benone) mano a mano che serve fino a cottura quasi completa.
Preparate uno stampo tondo con il buco (io ne uso uno di quelli di alluminio leggero, da ciambellone) ungendo bene con burro e spolverizzando con cura di pangrattato. Quando il riso sarà un po' raffreddato, riempite lo stampo sino al bordo pressando leggermente. Quando lo spezzatino sarà pronto, infornate il timballo a 250 gradi fino a che non vedrete il riso ben dorato.
Servite in un vassoio grande mettendo lo spezzatino al centro del timballo
Il giorno prima avevo fatto un brasato al Montepulciano fatto bene, cuocendo al carne quasi tre ore. Di carne non ne era avanzata (buon segno) ma di sugo invece si, circa un bicchiere.
La sera dopo a cena ho lessato del riso Arborio in acqua abbondante, l'ho condito burro e parmigiano macchiando con il sugo del brasato, che ci siamo divisi in quattro. Un successone.
Lo so, i puristi non saranno d'accordo, ma a casa dei miei il goulash si è sempre mangiato con il riso e non con le patate. Non che le patate non leghino, ma con un riso bianco (un po' al dente, cotto al vapore o in acqua, comunque con pochissimo sale) il piatto assume una leggerezza tutta sua.
Io lo faccio tagliando a pezzetti non troppo piccoli (un boccone di soddisfazione) uno spinacino di manzo. Faccio prima soffriggere cipolla ed aglio insieme, poi faccio insaporire la carne salando il giusto, poi aggiungo della buona paprika in polvere sciolta in acqua tiepida e solo per ultima la passata di pomodoro. Lo faccio sempre con la pentola a pressione, così viene tenerissimo.
Il riso, come ho detto, ci sta benissimo bianco ma se preferite il pilaf andrà bene lo stesso e con l'avanzo del riso potrete sempre farci una frittata o farlo al salto
Quando qualche mese or sono ho visto che lo spazio a Via del Corso a Roma, già sede storica di Ricordi e poi Feltrinelli era chiuso sbarrato mi è preso un colpo. Un'altro pezzo di Roma che se ne andava, un'altro negozio di mutande, calze o magliettuncole in arrivo. Uno sconforto.
E invece, dopo alcuni mesi, ecco la sorpresa: nello spazio ha aperto RED, acronimo di Read, Eat, Dream, un nuovo concept delle Librerie Feltrinelli ispirato al modello Eataly/Librerie Coop che già ha avuto un buon successo in altre città, Bologna in testa con la Libreria Ambasciatori e che conosco bene. A me il format piace: cibo e libri sono una accoppiata di grande effetto e se riescono a rispettarsi reciprocamente (il che tecnicamente per me vuol dire niente puzza di cucinato in libreria, come ho sperimentato in altri tentativi romani meno fortunati) il guadagno è reciproco.
Da RED a Via del Corso ero passato sabato, ma troppo di corsa per fermarmi, come ho fatto oggi dopo una mattinata ad un convegno in centro. Fuori 38 gradi all'ombra, dentro quasi troppo freddo (almeno entrando) ma ormai avevo deciso di provarlo. In menu del ristorante non è molto assortito ma ci sono un bel numero di piatti piuttosto originali. Siccome ne avevo già letto ho voluto provare il loro "Riso acquarello pensando alla carbonara”.
Beh il piatto è interessante e cerco di raccontarvelo per come l'ho capito. Si tratta di un risotto in bianco, mantecato con pecorino romano e servito con sopra della pancetta croccante ed un uovo al tegamino. La citazione della carbonara è ben marcata ed il piatto è gradevole, anche se forse non leggerissimo per un pranzo veloce di mezzogiorno in una giornata lavorativa. Il cameriere mi ha chiesto molto gentilmente cosa ne pensavo e come ho risposto a lui (sembrava davvero interessato alla risposta...) lo racconto a voi.
L'idea è divertente ma il pecorino (piuttosto abbondante) rende il piatto molto sapido, sensazione aumentata dalla pancetta croccante (direi che è pancetta e non guanciale, ma potrei anche sbagliarmi) e solo leggermente attenuato dal sapore dell'uovo che è cotto al limite del crudo, con il tuorlo praticamente liquido. Come ho detto al cameriere, dovrebbero avvertire il cliente che l'uovo è così poco cotto, soprattutto l'albume. A me l'effetto non è dispiaciuto, ma conosco molti che di fronte ad un bianco così "appena cotto" e quindi quasi liquido storcerebbero parecchio il naso.
Insomma, l'ho trovato buono ma forse andrebbe "addolcito un pochino" (meno percorino? un pecorino più dolce? una nota dolce di qualcos'altro?) per renderlo ancora più gradevole. Per il risotto, una bottiglietta d'acqua ed un caffè ho speso 14,20 Euro, che non è pochissimo considerando il tipo di ambiente da "caffetteria", il tovagliolo di carta (rosso Feltrinelli, ma di qualità un po' povera) e la tovaglietta di carta anch'essa. Molto gentile il personale, che ha gestito con una certa bravura e simpatia la situazione di tilt di POS e cassa al momento di pagare il conto. A volerla dire tutta, considerando che ho dovuto aspettare quasi venti minuti (insieme ad altri tre o quattro clienti) che POS e cassa venissero rianimati, avrebbro potuto offrirci nell'attesa un altro caffè. Ma qui entriamo in un altro discorso... che magari facciamo un'altra volta.