Tags: , , , | Scritto da alessandro nasini il 7/9/2012 7:30 AM | Comments (0)

Quando qualche mese or sono ho visto che lo spazio a Via del Corso a Roma, già sede storica di Ricordi e poi Feltrinelli era chiuso sbarrato mi è preso un colpo. Un'altro pezzo di Roma che se ne andava, un'altro negozio di mutande, calze o magliettuncole in arrivo. Uno sconforto.

E invece, dopo alcuni mesi, ecco la sorpresa: nello spazio ha aperto RED, acronimo di Read, Eat, Dream, un nuovo concept delle Librerie Feltrinelli ispirato al modello Eataly/Librerie Coop che già ha avuto un buon successo in altre città, Bologna in testa con la Libreria Ambasciatori e che conosco bene. A me il format piace: cibo e libri sono una accoppiata di grande effetto e se riescono a rispettarsi reciprocamente (il che tecnicamente per me vuol dire niente puzza di cucinato in libreria, come ho sperimentato in altri tentativi romani meno fortunati) il guadagno è reciproco.

Da RED a Via del Corso ero passato sabato, ma troppo di corsa per fermarmi, come ho fatto oggi dopo una mattinata ad un convegno in centro. Fuori 38 gradi all'ombra, dentro quasi troppo freddo (almeno entrando) ma ormai avevo deciso di provarlo. In menu del ristorante non è molto assortito ma ci sono un bel numero di piatti piuttosto originali. Siccome ne avevo già letto ho voluto provare il loro "Riso acquarello pensando alla carbonara”.

Beh il piatto è interessante e cerco di raccontarvelo per come l'ho capito. Si tratta di un risotto in bianco, mantecato con pecorino romano e servito con sopra della pancetta croccante ed un uovo al tegamino. La citazione della carbonara è ben marcata ed il piatto è gradevole, anche se forse non leggerissimo per un pranzo veloce di mezzogiorno in una giornata lavorativa. Il cameriere mi ha chiesto molto gentilmente cosa ne pensavo e come ho risposto a lui (sembrava davvero interessato alla risposta...) lo racconto a voi.

L'idea è divertente ma il pecorino (piuttosto abbondante) rende il piatto molto sapido, sensazione aumentata dalla pancetta croccante (direi che è pancetta e non guanciale, ma potrei anche sbagliarmi) e solo leggermente attenuato dal sapore dell'uovo che è cotto al limite del crudo, con il tuorlo praticamente liquido. Come ho detto al cameriere, dovrebbero avvertire il cliente che l'uovo è così poco cotto, soprattutto l'albume. A me l'effetto non è dispiaciuto, ma conosco molti che di fronte ad un bianco così "appena cotto" e quindi quasi liquido storcerebbero parecchio il naso.

Insomma, l'ho trovato buono ma forse andrebbe "addolcito un pochino" (meno percorino? un pecorino più dolce? una nota dolce di qualcos'altro?) per renderlo ancora più gradevole. Per il risotto, una bottiglietta d'acqua ed un caffè ho speso 14,20 Euro, che non è pochissimo considerando il tipo di ambiente da "caffetteria", il tovagliolo di carta (rosso Feltrinelli, ma di qualità un po' povera) e la tovaglietta di carta anch'essa. Molto gentile il personale, che ha gestito con una certa bravura e simpatia la situazione di tilt di POS e cassa al momento di pagare il conto. A volerla dire tutta, considerando che ho dovuto aspettare quasi venti minuti (insieme ad altri tre o quattro clienti) che POS e cassa venissero rianimati, avrebbro potuto offrirci nell'attesa un altro caffè. Ma qui entriamo in un altro discorso... che magari facciamo un'altra volta.

 

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