Gli spaghetti sono fatti in casa, facendo la sfoglia all'uovo e tirandoli con la Imperia. Per il condimento: un soffritto abbondante di cipolla in olio di oliva, zucchine tagliate a dadini e speck tagliato invece a striscioline. Una volta scolati gli spaghetti, ho fatto mantecare in padella con una manciata di parmigiano ed un po' d'acqua di cottura della pasta.
Adoro lo speck, forse più del prosciutto crudo. Stagionato ma non troppo, dolce e speziato. Con una rosetta fresca (o magari una ciriola, a trovarla buona) è un panino da re.
Da qualche tempo ho preso a comprarne un bel pezzo e poi tenerlo in frigo nel ripiano basso, avvolto in un panno di lino e poi nel domopack. Quando mi va, ne affetto un po' sottile sottile, esattamente come piace a me, un istante prima di portarlo in tavola.
Non sono un amante della pasta rigata, ma i rigatoni li adoro e ancora di più amo gli elicoidali di Pasta Garofalo, che sono praticamente un rigatone leggermente ritorto. Questa volta li ho fatti con lo speck (in onore dei primi freddi).
La ricetta è facile ma il sugo richiede una cottura lunga a fuoco medio se si vuole ottenere un buon risultato. La cipolla va fatta imbiodire in olio d'oliva abbondante dopo averla tagliata a fette (non vanno tritate, la cipolla deve rimanere visibile nel piatto) e va aggiunto uno scalogno piccolo (che invece deve essere tritato fine) e peperoncino fresco intero secondo il gusto. Quando cipolla e scalogno sono ben dorati, si aggiunge lo speck (tagliato a striscette da una fetta alta mezzo centimetro) e si fa saltare per un minuto prima di aggiungere il pomodoro.
Non avevo polpa di pomodoro in scatola (quella a pezzettoni) ed ho usato della passata verace, però non lo rifarò: la consistenza finale del sugo non era perfetta. Ovviamente, una bella grattata di parmigiano ci sta un gran bene.
Che cucinare mi piace, credo sia evidente. Che cucinare per tante persone mi piace moltissimo ve lo dico io. Mi piace la sfida e mi piace da morire il rischio che venga tutto uno schifezza toppando la cena, cosa che però non mi è ancora mai successa (per fortuna).
Come è successo gioni fa, quando mi sono cimentato in una pasta al forno per venti persone. Il pratica vuol dire due kili di pasta, due litri e mezzo di besciamella, tre etti abbondanti di speck, tre provole piccole, parmigiano reggiano e burro in quantità industriale.
Per la cronaca, ne è avanzata la porzione della vergogna, adatta forse ad un bimbo con poca fame.
Eh già, li ho mangiati per la prima volta a cena da amici (trovandoli squisiti) ed ho provato a rifarli. Fagiolini (surgelati, quelli freschi costavano alla SMA più che a mangiarli da Vissani) cotti nella vaporiera, raccolti a mazzetti, involti in una fetta di speck e fatti dorare in forno con appena un filo di olio d'oliva.
Non sono venuti granché: i fagiolini mi erano rimasti un po' acquosi, lo speck era salatissimo (mi ero raccomandato, quando torno dal salumaio lo faccio nero...) ed era tagliato troppo spesso (ma questo errore mio, non del salumaio).
Lo speck si era pure seccato troppo ed il contrasto con il fagiolino bagnaticcio completava l'insuccesso. Li abbiamo mangiati lo stesso - i bimbi per la verità poco e controvoglia - a cena ed a pranzo il giorno dopo: mi ero lasciato prendere la mano (o dalla gola) e ne avevo preparati un'esagerazione.