Era un sacco di tempo che non li facevo, ma la domenica era perfetta per provarci. Sono uno dei miei dolci preferiti, un tempo quasi introvabili a Roma. Ora in qualche pasticceria li fanno, ma hanno sempre - per il mio gusto - qualche difetto di troppo, a cominciare dal costo esagerato.
Come forse avrete notato, da qualche tempo ho cominciato a dedicarmi un po' di più ai dolci, la mia bestia nera in cucina. Siccome odio seguire le ricette, faccia ancora un po' ad occhio, però pesando tutto. Se l'esperimento riesce le dosi vengon buone per la volta dopo.
Per fare i budini di riso dovete preparare intanto una specie di frolla, con queste dosi:
500gr di farina
150gr di burro ammorbidito
200gr di zucchero di canna
5gr di sale fino
2 uova grandi
Io faccio tutto con la planetaria e la "K", ma un qualsiasi robot da cucina andrà bene. Se non avete planetaria o robot fate tranquillamente a mano, avendo però l'accortezza di non lavorare troppo l'impasto o farlo scaldare durante la lavorazione. Se l'impasto viene bene dovrà essere abbastanza "incoerente", un po' come fosse la base per un crumble.
Quando avrete l'impasto pronto mettetelo a riposare in un luogo fresco, ma non in frigo. Dopo una mezz'ora, stendete l'impasto ad uno spesso re di circa mezzo centimetro ed usatelo per foderare degli stampini dopo averli unti bene. La forma tradizionale sarebbe ovale, io ho una teglia con le forme rettangolari (formato plum-cake) ed uso quella. Cercate di arrivare esattamente al bordo degli stampini, nel caso aggiungendo e modellando un po' di pasta. Foderati gli stampi metteteli in un luogo fresco.
L'altro composto da preparare è quello della torta di riso dolce. Ce ne sono decine di varianti, da quella ligure a quella emiliana, io faccio quelle "di casa" con queste dosi:
1 litro e mezzo di latte
Mezzo litro d'acqua
250gr di zucchero di canna
10gr di sale
250gr di uvetta
50gr tra pinoli e mandorle a listarelle
2 uova grandi
600gr di riso a chicco grande (io uso il carnaroli)
la scorza di un limone
Portate a bollore in una pentola alta (meglio se antiaderente) il latte con l'acqua e la scorza di un limone (più intera che potete e senza il bianco) calate il riso cominciando subito a girarlo con regolarità. dopo 5 o 6 minuti aggiungete lo zucchero continuando a girare e continuate a far bollire fino a cottura del riso. In generale bastano 9-10 minuti ma assaggiate il riso, dovrebbe rimanere moderatamente al dente ma non duro al centro del chicco. Quando il riso sarà cotto togliete dal fuoco, togliete la scorza di limone e aggiungete le due uova una per volta mescolando molto bene, poi l'uvetta (che avrete ammollato in acqua calda) e poi pinoli e le mandorle.
Con questo composto riempite le forme di pasta frolla fino al bordo, senza superarlo. Infornata a 160 gradi per una quarantina di minuti. Controllate dopo una mezz'ora, quando l'impasto di riso comincia a diventare marroncino controllate con uno stuzzicadenti: l'impasto deve essere compatto ma non duro e lo stecchino uscire quasi pulito.
Quando saranno cotti, sfornate i budini di riso con attenzione (la frolla ancora calda è molto friabile) e spolverizzate con zucchero a velo.
Avevo della zucca violina avanzata che cominciava a rovinarsi in frigo. Con una parte c'ho fatto un pasta zucca e salsiccia, con altri 300 grammi ho deciso di provare a farci dei muffin, usandoli come fossero carote.
Ho sbattuto 6 tuorli con 300 gr di zucchero di canna e montato le chiare a neve separatamente. Nei tuorli sbattuti con lo zucchero ho aggiunto 200gr d'olio di semi di girasole, 200 di yogurt, una bustina di lievito vanigliato per dolci, mezzo cucchiaino di sale ed i 300 grammi di zucca grattugiata. Ho fatto amalgamare bene il composto (ci vuole un po' di pazienza) e poi aggiunte le chiare montate a neve, amalgamando con delicatezza.
Ho versato il composto in degli stampi per muffin ben unti di burro ed ho cotto il forno ventilato a 160 gradi per 40 minuti.
Sono venuti buoni, forse un pochino elastici rispetto alla consistenza classica dei muffin. Non sono venuti dolcissimi; a me piacciono così, ma per palati più amanti delle zucchero consiglio di aggiungerne altri 100 grammi.
Ne ho mangiati alcuni aperti a metà e farciti con della composta di cotogne fatta in casa: irresistibili.
A me la frutta cotta è sempre piaciuta moltissimo sin da quando ero piccolo. La faccio spesso, soprattutto in inverno, quando chiudere il pasto con la frutta "fredda" è meno gradevole ma un vero dolce sarebbe troppo.
Questa volta mi sono distratto un attimo. Avevo messo in forno le mele a spicchi con tutta la buccia, una manciata generosa di uvetta, del sesamo, un cucchiaio di zucchero di canna e bagnato con acqua e rum. Non ho sentito il timer del forno e le mele sono rimaste dentro un paio di minuti, forse anche 5, più del previsto.
Il risultato però è stato fantastico: l'uvetta si è leggerissimamente bruciata producendo un caramello denso appena appena amaro. Una bontà incredibile, che sarà difficile replicare.