Ci sono volte che la fretta produce disastri, altre dei veri miracoli. Questa volta è andata bene, anzi benissimo.
Avevo fatto l'impasto del pane con semola rimacinata di grano duro, fatto le pieghe di rito e messo le due forme di pane a riposare nei cestini, come faccio sempre. Per la fretta però, ho dimenticato di spolverare con la giusta quantità di semola la tela dei cestini.
Raggiunta la giusta lievitazione, al momento di rovesciare il pane sulla teglia... il pane era un po' appiccicato alla tela ed ho dovuto finire di staccarlo con il tocco prima e le mani dopo. In teglia era davvero orrendo, tutto increspato e pure mezzo sgonfiato. Ma l'ho informato lo stesso.
Beh, credetemi, a parte il bell'aspetto finale quasi da dolce lievitato, proprio quelle che da crudo delle brutte pieghe da cotto sono risultate la parte migliore del filone e ce le siamo quasi litigate. Ora tutto sta a riuscire a ripetere l'errore altrettanto bene.
Avevo della zucca violina avanzata che cominciava a rovinarsi in frigo. Con una parte c'ho fatto un pasta zucca e salsiccia, con altri 300 grammi ho deciso di provare a farci dei muffin, usandoli come fossero carote.
Ho sbattuto 6 tuorli con 300 gr di zucchero di canna e montato le chiare a neve separatamente. Nei tuorli sbattuti con lo zucchero ho aggiunto 200gr d'olio di semi di girasole, 200 di yogurt, una bustina di lievito vanigliato per dolci, mezzo cucchiaino di sale ed i 300 grammi di zucca grattugiata. Ho fatto amalgamare bene il composto (ci vuole un po' di pazienza) e poi aggiunte le chiare montate a neve, amalgamando con delicatezza.
Ho versato il composto in degli stampi per muffin ben unti di burro ed ho cotto il forno ventilato a 160 gradi per 40 minuti.
Sono venuti buoni, forse un pochino elastici rispetto alla consistenza classica dei muffin. Non sono venuti dolcissimi; a me piacciono così, ma per palati più amanti delle zucchero consiglio di aggiungerne altri 100 grammi.
Ne ho mangiati alcuni aperti a metà e farciti con della composta di cotogne fatta in casa: irresistibili.
L'aspetto non era nulla di speciale, ma il sapore davvero buono. Per fare un esperimento ho mescolato 70% di farina di semola rimacinata con 30% di farina integrale. E' venuto un pane molto croccante e saporito, leggermente rustico ma senza esagerare.
Un languore improvviso a metà pomeriggio (condiviso dal resto della famiglia) e accorgersi di essere senza pane. Beh, mai perdersi d'animo: il pane si fa con la farina, e quella a casa non manca mai, di almeno tre o quattro tipi.
Un'altra cosa che ormai da qualche anno non manca mai nel mio frigo è lo strutto. Mi dura dei mesi, ma quando serve è pronto ad entrare in azione.
Ho messo nella planetaria 500 grammi di farina 00 da pizza, mescolandoci un po' più di mezza bustina di lievito da dolci ed un cucchiaino raso di sale. Ho aggiunto nel centro 100 grammi di strutto e l'ho bagnato con 150 grammi d'acqua ben tiepida (tiepida per ammorbidire lo strutto). Nella planetaria son partito alla velocità minima, corretto con ancora un goccio d'acqua (fate a occhio, l'impasto deve venire piuttosto duro) e poi accelerato alla terza velocità.
Tolto l'impasto dalla planetaria, l'ho lavorato a mano per una decina di minuti facendo un bel po' di pieghe. Dal tutto ho ricavato 10 palline di impasto, le ho stese (prima a mano e poi con il mattarello di legno) fino ad ottenere uno spessore di circa tre millimetri. Io ho il piano di marmo per impastare e basta un velo di farina per non fare appiccicare.
Per la cottura ho usato una padella da frittura (con il fondo piatto) coprendo con un coperchio di vetro. Bastano tre, quattro minuti per parte. L'altezza di questi "strani pani" raddoppia o più. Metteteli in un patto mano a mano che li fate e portateli in tavola ben caldi. Potete piegarli come una piadina e farcirli (noi abbiamo messo rughetta, tonno e pomodori) o usarli come pane.