Mi diverte sempre moltissimo quando "invento" un piatto e poi scopro di aver inventato l'acqua calda. In questo caso avevo dell'arista di maiale avanzata dal pranzo di Pasqua che non mi andava di mangiare così come era. Mi è venuta l'idea di impanarla e friggerla e così ho fatto.
Un passaggio nell'uovo sbattuto (con un pizzico di sale) e poi nel pangrattato ben spesso. Nella padella per friggere ho messo olio di semi di girasole anziché olio d'oliva per no appesantire troppo il sapore. Essendo il maiale già cotto, sono bastati pochi minuti per dorare e poi in tavola ben caldi. Accompagnati da una bella insalata di quella che a Roma si chiama gallinella e altrove songino. E' venuto proprio buono.
Al momento di scrivere questo post ho fatto una ricerca per "maiale fritto", scoprendo che in Giappone si chiama tonkatsu ed è un piatto molto comune. Ovviamente preparato a partire dal maiale crudo e non dall'arista già cotta.
Era nato come pranzo un po' di fretta, sul quale non avrei scommesso molto. E invece è venuto un piatto leggero e gustosissimo: straccetti di manzo (fatti in padella solo con un filo d'olio d'oliva e cotti pochissimo) e carote passate con il pelapatate, sottili sottili e condite con olio, sale e aceto balsamico.
Le meringhe mi hanno sempre fatto una gran voglia, anche se morderle mi fa venire una tremenda pelle d'oca da sempre e quindi le mangio come se fossero una caramella, a pezzettini fatti sciogliere in bocca. Il piacere è diverso (provate e mi direte) ma comunque notevole.
Giorni fa ho provato a farle, con risultati disastrosi. Ho montato le chiare a neve ben ferma con un pizzico di sale, ho incorporato lo zucchero piano piano ottenendo un composto perfetto, talmente duro che quasi si poteva scolpire. Ne ho adagiate una bella cucchiaiata sulla leccarda con la carta da forno sotto e le ho infornate. Piano piano sono gonfiate, quasi triplicando il volume: un vero spettacolo.
Proprio al momento di sfornarle, il tempo di prendere i guanti da forno, nel giro di pochi secondi, il disastro. E' bastato mi distraessi un attimo e le meringhe si sono leggermete bruciate e smosciate completamente. Da bianchissimo gonfiore ad una massa marroncina immangiabile e collosa.
Ma non demordo, quanto prima ci voglio riprovare. però la prossima volta mi tengo i guanti da forno a portata di mano.
Adoro lo speck, forse più del prosciutto crudo. Stagionato ma non troppo, dolce e speziato. Con una rosetta fresca (o magari una ciriola, a trovarla buona) è un panino da re.
Da qualche tempo ho preso a comprarne un bel pezzo e poi tenerlo in frigo nel ripiano basso, avvolto in un panno di lino e poi nel domopack. Quando mi va, ne affetto un po' sottile sottile, esattamente come piace a me, un istante prima di portarlo in tavola.
Un buon panino non ha nulla da invidiare ad un piatto cucinato. Purtroppo ormai mangiare un buon panino, con del pane che non sappia di plastica o di surgelato non è facile.
Questo è uno dei miei preferiti: due fette di pane casereccio alle quali avrete tolto la crosta in eccesso e che avre appena scaldato nel tostapane, una leggera spalmata di stracchino fresco su entrambe le fette, cinque fettine di lonzino ben stagionato. Schiacciare appena e consumare all'aperto, possibilmente seduti sotto un albero.
Ah, si, dimenticavo, una birra ben ghiacciata non può mancare.