Prendete dei broccoletti (a Roma li chiamiamo così, altrove sono cime di rapa), lavateli, sfilate i gambi dei fili in eccesso e lessateli. In una padella grande fate soffriggere olio, aglio e peperoncino fresco. Dovete usare i peperoni rossi lunghi che sono più dolci, non quelli piccoli secchi che sono troppo aggressivi. Ripassate in padella per qualche minuto i broccoletti lessati che avrete tagliato a pezzi (soprattutto i gambi) aggiustando di sale. Prendete qualche filetto di alici sotto sale, lavatelo bene e spinatelo. Se volete far prima o se non vi piace trovare il pezzetto di alice, usate della buona pasta d'acciughe.
Io ho usato degli "occhi di lupo" di Garofalo che sono una sorta di mezze maniche lisce e molto spesse, ma potete usare anche tortiglioni oppure elicoidali. L'importante è che la pasta sia corta, liscia o con rigatura leggera, in modo che quando farete mantecare in padella non si rompa troppo.
La pasta va scolata al dente (non troppo asciutta) e fatta mantecare in padella per due minuti. Nel piatto aggiungete un po' del peperoncino rosso affettato finissimo ed un filo d'olio d'oliva.
Se non era per Alessandra e Gianandrea che hanno pubblicato la foto della loro merenda su Facebook non mi sarei mai ricordato di questa bontà, che non assaggiavo da almeno vent'anni. Erano giusto le 11 di mattina di un sabato di giardinaggio pesante (dopo la neve, tra potature e rinvasi...) e non ho potuto resistere.
Ho cercato delle ricette su Google e ne ho trovate varie, con piccole differenze e tutte in dosi da reggimento. Avevo tutti gli ingredienti base: uova, latte, farina, burro, zucchero, uvetta, rhum e zucchero vanigliato, ma niente marmellata di mirtilli o composta di mele. E nemmeno mele per fare la composta. Vabbé, mi son detto, qualcosa mi invento strada facendo.
Ho comincaito con mettere a bagno nel rum 100 grammi d'uvetta. Per la pastella ho montato con lo sbattitore il rosso di sei uova grandi con 50grammi di zucchero di canna bianco (ho praticamente smesso di usare quello di barbabietola) incorporando poi 150 grammi di farina 00 e 200 grammi di latte appena tiepido (30" nel microonde) fino ad ottenere una pastella molto liscia. A parte ho montato a neve ferma le 6 chiare (con un pizzico di sale) incorporando poi alla fine altri 50 grammi di zucchero con la frusta a mano, per non far smontare il composto.
Ho strizzato bene l'uvetta e l'ho aggiunta alla pastella e poi, sempre piano piano con la frusta a mano, ho unito le chiare montate a neve. Ci vuole un po' perché bisogna mescolare piano, ma alla fine il composto viene molto schiumoso e omogeneo.
In una padella antiaderente bassa e larga ho messo 30 grammi di burro a friggere e poi ho colato tre mestoli da brodo del composto, distribuendo meglio l'uvetta con una forchetta (l'uvetta tende ad ammassarsi troppo). Ho fatto cuocere e dorare bene un lato, poi ho tagliato in quattro questa sorta di frittatona e girato dopo tre minuti ogni spicchio per far dorare bene l'altro lato.
Da ogni spicchio ho ricavato quattro pezzi irregolari, li ho disposti in un piatto da portata e cosparso di zucchero a velo vanigliato. Non avendo, come ho detto, marmellata o composta come da ricetta originale, ho accompagnato con della marmellata di prugnoli (le susine selvatiche rosse o gialle) che facciamo in casa con gli alberi del giardino.
Voto? Mi do (e do al piatto) un 9+. Però ora ho voglia di tornare in Alto Adige a mangiare la versione originale, magari dopo una bella mattina di sci o di winter nordic walking e - ovviamente - in compagnia.
Sono quasi dieci anni che faccio il pane in casa ogni volta che posso. Non sempre viene bene come vorrei, ma qualche volta viene veramente bene. Questa volta è venuto eccezionale.
Ho usato lievito madre che coltivo da alcune settimane con rinfreschi giornalieri ma che questa volta ho bagnato più del solito per fare una prova. Ovvero, dopo il rinfresco serale con acqua e farina ho coperto la pasta madre con qualche millimetro di acqua. La mattina dopo ho aggiunto a 300grammi di pasta madre (mettendo in frigo la parte avanzata) altri 500 grammi di farina di grano duro, un cucchiaino di sale, un cucchiaino di zucchero di canna e 350grammi d'acqua tiepida. Ho impastato leggermente con un cucchiaio (senza esagerare) ed ho fatto riposare sino a sera. La sera ho impastato di nuovo qualche minuto, messo in una teglia antiaderente e lasciato vicino d un termosifone coperto con un telo di lino bagnato. La mattina dopo ho infornato e cotto per 40 minuti a 180gradi.
Come vedete, la lievitazione è stata particolarmente buona ed omogenea, senza alcun sentore di acido dopo la cottura.
Per festeggiare la buona riuscita ho portato mezza pagnotta a studio, dove è stata degnamente onorata con una generosa spalmata di nutella.
Broccolo siciliano. Visto, preso, lessato in acqua (niente vaporiera per il broccolo), un filo d'olio umbro (due, ad essere onesto...), un pizzico di sale ed una ciriola fresca di forno.
Tutto è cominciato con la brace avanzata del barbecue di ieri mattina ed una grossa patata dolce comprata senza sapere bene cosa farne. Bene, ho tagliato in due la patata ed ho messo il coperchio al barbecue (è uno di quelli a sfera, che si chiudono) lasciandola a stufare per quasi un'ora.
Una volta cotta, l'ho pulita della buccia bruciacchiata e l'ho schiacciata in una terrina con mezzo bicchiere di latte, sale, pepe ed un uovo intero.
Per la carne ho usato un pezzo di roastbeef che avevo scongelato per il barbecue ma poi non avevo cotto (le bistecchine erano già abbastanza). Ne ho ricavato una sorta di ragù al coltello e l'ho fatto stufare a fuoco lento in olio, sedano tritato e scalogno, bagnando con un bicchiere di vino rosso e due d'acqua. Ho lasciato cuocere la carne a fuoco lento per un'ora abbondante.
Mentre la carne andava sul fuoco ho preparato una frolla salata senza uova, impastando 200 grammi di farina, 120 grammi di burro (appena ammorbidito nel microonde), mezzo cucchiaino di sale e mezzo bicchiere d'acqua. Ho fatto riposare la pasta per un quarto d'ora.
Ho fatto freddare un po' la carne cotta e nel frattempo ho imburrato bene uno stampo tondo da torte (di quelli apribili) ed ho disposto la frolla sul fondo, ricavando un bordo di due centimetri e mezzo. La consistenza della frolla fatta così è molto friabile, forse troppo, la prossima volta penso farò una frolla classica con le uova per farla venire un po' più consistente. Sulla frolla ho disposto la carne ed ho poi ricoperto con il composto di patate dolci che avevo preparato prima. Ho messo in forno caldo a 200 gradi per mezz'ora e poi 5 minuti con il grill per far dorare la parte sopra. Io ho il forno a gas, se avete un forno elettrico o ventilato forse vi basterà anche 20 minuti. Ecco il risultato finale.
Il primo sapore che mi è venuto in mente assaggiandolo è stato quello del pasticcio ferrarese, che è tutt'altra cosa ma giocato anche quello sul contrasto tra salato e "leggermente dolce". Il mio, molto più modestamente, gioca sul contrasto tra la patata dolce e la carne stufata con lo scalogno (abbondante) ed il sedano. Come sperimento gli do un sette+. Per arrivare all'otto, la prossima volta dovrò calibrare meglio la frolla e dare alla patata più volume. Ci lavorerò...