Dalla preparazione della crema pasticcera erano avanzate delle chiare d'uovo ed allora ho deciso di fare dei dolcetti al cocco. Di solito li faccio sagomandoli a pallina, ma questa volta volevo venissero un po' meno "brutti-ma-buoni". Ho usato come forma uno stampo da biscotti tondo da 5 centimetri, riempiendolo direttamente sulla carta da forno con un cucchiaio e pressando leggermente l'impasto. Ci vuole un po' di tempo, ma il risultato ripaga della pazienza.
Gli ingredienti e la preparazione sono semplicissimi: 6 chiare d'uovo montate a neve dura, sei cucchiai di zucchero, mezzo kilo di farina di cocco. Dopo aver montato a neve con le fruste elettriche le chiare con lo zucchero (mettetelo a pioggia un po' per volta) incorporate la farina di cocco usando una frusta a mano. Riempite lo stampo (con le dosi che ho detto vendono 21 biscotti da 1 centimetro) poi guarniteli con della granella di zucchero prima di infornare a 160 gradi. Quando vedrete che i bordi dei dolcetti iniziano a brunire, sfornateli e fateli raffreddare su una gratella.
Non si può fare tutti i giorni, non si può fare tutte le settimane, ma ogni tanto una colazione con uova al bacon ce la si può concedere. Ma come tutte le occasioni un po' speciali, tutto deve essere perfetto.
Considero la preparazione del bacon un'arte con i suoi riti, che seguo scrupolosamente, come è stato ieri mattina che avevo un po' di amici a casa per un brunch "poco fighetto-molta-sostanza". Era il mio turno, in uno schema a rotazione libera che ci vede a casa dell'uno o dell'altro, sempre in modo molto piacevole.
La prima "regola del bacon" è la seguente: prendete un pezzo intero di bacon alla giusta stagionatura, non troppo fresco ma nemmeno eccessivamente asciutto, ed affettatelo dello spessore che preferite (io dico 1 mm e mezzo) solo pochi minuti prima di friggerlo. Se avete un'affettatrice elettrica meglio, ma con un buon coltello da prosciutto si riesce anche a mano.
La seconda "regola del bacon" richiede una padella antiaderente larga. Più larga è la padella meglio è. Se dovete friggere 10 fettine di bacon, dovrà essere di almeno 30 cm. Se le fettine sono di più (ieri mattina erano 50 fettine) cuocete in più mandate.
La terza "regola del bacon" dice che il bacon va fritto senza aggiungere altro nella padella ben calda, disposto fetta per fetta ben disteso e girato sull'altro lato solo quando si è ben arricciato e croccante, sempre senza sovrapporre le fettine.
Le dosi per commensale? Beh, li regole non ce ne sono, ma secondo me meno di tre uova strapazzate e cinque fettine di bacon è una tristezza.
Ho ritrovato, sul fondo del congelatore a pozzetto, una busta di melanzane tagliate a fette (di quelle grandi e nere), ancora da cuocere. Era un avanzo di una grigliata estiva.
Le ho messe piatte in forno sulla leccarda con della cartaforno sotto, spolverizzate con un pochino di sale fino e fatte appassire a 180 gradi per una mezz'ora. Dovrete poi farle freddare prima di muoverle o si spappoleranno tutte.
Nel frattempo ho preparato una salsa con aglio, origano e passata di pomodoro, facendolo tirare abbastanza denso.
In una pirofila ho messo sul fondo un filo d'olio ed un cucchiaio di salsa, una fetta di melanzana, dei pezzetti di mozzarella di bufala, un altro cucchiaio di salsa, un'altra fetta di melanzana. Sopra ancora un cucchiaio di salsa una grattata di parmigiano ed un filo d'olio. Ho ripetuto l'operazione otto volte, due a testa.
Ho messo poi in forno a 200 gradi per un quarto d'ora (per far fondere la mozzarella) e servito bollente.
Io le adoro, tanto da farmi da piatto unico. Le faccio classiche, alla romana, con olio d'oliva, pasta d'acciughe e un pochino di aglio schiacciato. La morte loro è accompagnarle con una ciriola fresca. Che è un disastro per la dieta, ma una festa per il palato.
Ero partito con l'idea di fare uno spezzatino con i ceci ed ero strasicuro (i ceci) di averli. E invece, al momento di aggiungerli al piatto i sono accorto che i barattoli erano di cannellini.
La carne è il solito spinacino di mazo tagliato a pezzi da un boccone, salata, pepata e rosolata in olio d'oliva e cipolla tritata fina. La carne deve cuocere coperta di acqua e vino bianco (diciamo due bicchieri d'acqua per uno di vino), a fuoco basso per un'ora almeno. I fagioli si aggiungono solo quando mancano dieci minuti all'andata in tavola, rimestando delicatamente per non spiaccicarli troppo.
In gola avevo ancora i ceci, mannaggia, ma devo dire che lo spezzatino è venuto gustoso, anche se quello con i fagioli borlotti è ancora più buono.