Fa freddo e pochi piatti si sposano con i rigori invernali come un bel piatto di polenta. Con la farina precotta ci vuole solo qualche minuto a prepararla e si sposa bene con un sacco di condimenti, anche solo un pezzo di stracchino.
Io però avevo voglia di un sapore bello deciso e quindi ho messo su un soffritto con cipolla, sedano e carota, forato delle salsicce di puro suino e aggiunto due barattoli di polpa di pomodoro. Non ho aggiunto sale ma un generoso cucchiao di maggiorana ed un cucchiaino raso di zucchero.
Ci sono volte che la riuscita di una ricetta, la stessa scelta di prepararla, è frutto assolutamente del caso. Questa volta avevo fatto tardi a studio senza avere il tempo di fare la spesa ed ho aperto il congelatore in cerca di ispirazione. Che non era venuta. Messo a scaldare scaldare del minestrone surgelato aveva un'aria davvero troppo triste.
E allora l'ho frullato, allungato con acqua ed un cucchiaino di dado vegetale granulare e riportato a bollore per un paio di minuti. Con del casereccio ho fatto dei crostini a cubetti, li ho saltati in padella con olio d'oliva, sale e pepe (abbondante) e fatti dorare per bene.
Aggiunti alla passata di verdura nella scodella, con una bella grattata di Parmigiano ed un filo d'olio a crudo hanno prodotto un risultato fantastico, da leccarsi i baffi.
Le orecchiette sono uno dei miei formati di pasta preferiti, anche se non le faccio spesso per via dei tempi di cottura e del fatto che a Roma non è facile trovarne di buone, fresche e fatte a mano. Questa volta ho voluto provarne di quelle secche e non erano male, non buone come quelle pugliesi ma insomma, discrete.
Per la preparazione del condimento ho spellato quattro salsicce di maiale e le ho fatte cuocere in un padella grande fino a metà cottura, schacciandole e rompendole senza aggiungere nulla se non appena un goccio d'acqua. A quel punto ho aggiunto due cucchiai d'olio d'oliva (che si sono mischiati all'unto rilasciato dalle salsicce), due spicchi d'aglio intero, un peperoncino tritato senza semi e delle cime di rape lessate molto al dente. Nel frattempo o messo a bollire le orecchiette in acqua salata abbondante, girandole di tanto in tanto.
Una volta cotte le orecchiette le ho saltate in padella aggiungendo un paio di cucchiaio di acqua di cottura ed ancora un pizzico di peperoncino fresco tritato.
La scorsa estate, durante una gita in montagna, avevo avuto un buon bottino: due bellissimi funghi porcini giganti: il primo di quasi un kilo ed il secondo di poco più piccolo. Avevo resistito alla tentazione di mangiarli subito e li avevo essiccati. Dimenticandomene completamente. Sere fa ho visto preparare in tv un risotto con i porcini secchi e mi sono ricordato di averli da parte. per al verità temevo si fossero rovinati e invece erano perfetti.
Dalla foto non si può apprezzare ma sono veramente enormi, quasi 20 centimetri di fungo. ne ho preso sette/otto pezzetti e li ho messi a rinvenire in una scodella con acqua appena tiepida. Ho preparato nel frattempo un soffritto di scalogno facendolo imbiondire appena in olio d'oliva e una noce di burro. Ho usato del riso Vianone Nano semilavorato biologico comprato in un mercatino facendolo tostare appena un minuto nel soffritto prima di cominciare a bagnarlo con brodo vegetale granulare. C'è voluto un bel po', il riso resisteva strenuamente alla cottura, ma ne è valsa la pena: il chicco è venuto ben cotto ma perfettamente integro ed appena la dente. A cottura ultimata ho spento il fuoco ed aggiunto un bel pezzo di burro e del parmigiano reggiano.
Ero stato un po' tirchio con i funghi ed invece il sapore era perfetto, bello intenso. Ho ancora funghi per fare il risotto almeno altre tre volte, devo solo ritrovare quel riso e non sarà facile.
Sarà che è un ricordo di quando ero piccolo e del primo viaggio in Sardegna a trovare gli zii ma secondo me l'annurca è la mela più buona che esista.
Ne avevo comprate un po' troppe ed iniziavano a raggrinzirsi un pochino, allora ne ho prese una dozzina, ho tolto il torsolo con lo scavino, ho riempito il buco pressandoci dentro dell'uva passa ed ho coperto il foro con zucchero di canna grezzo. Dopo una decina di minuti che erano in forno a 200 gradi, ho bagnato le mele con un goccino di acqua e cognac e poi rimesse in forno per completare la cottura.