Si, buone le paste fredde, le insalate di riso, le insalatine. Però ogni tanto, un piatto di pasta caldo e succulento ci vuole, anche approfittando dell'improvviso ritorno del fresco (23°, in casa, alle otto di sera) magari in versione "estiva".
La amatriciana secondo me è perfetta: un cucchiaio d'olio al posto dello strutto, pomodori freschi anzichè quelli in scatola, un peperoncino appena colto al posto di quello essiccato. Il punto fermo rimane del buon guanciale: estate o inverno che sia.
Dal sashimi di tonno della sera prima era avanzata una fetta e mezza, non volevo si rovinasse in frigo. L'ho tagliata a dadini e scottata appena in olio d'oliva ben caldo, aglio e peperoncino, senza muoverlo troppo per evitare che si rompesse e senza aggiungere sale. Ho solo scottato il tonno, per far rimanere rosa l'interno dei dadini. Ho fatto freddare e messo tutto in frigo prima di andare a nanna.
Il giorno dopo a pranzo ho lessato al dente degli spaghetti di gragnano, scaldato in padella il tonno con il suo olio (che nel frattempo si era magnificamente insaporito) e saltato gli spaghetti in padella aggiungendo due cucchiai dell'acqua di cottura della pasta. Una spolverata di prezzemolo fresco ha dato il tocco di acido che ci voleva. Ad esser pignoli mancava ancora un pizzico di sale (il tonno era molto dolce) ma non ne ho aggiunto a crudo per non rovinare tutto.
Non mi era proprio mai capitato con una anguria, semmai con una papaya: comprata ieri, messa in frigo, al momento di aprirla oggi a pranzo era completamente marcia. Fuori perfetta, ma molle e gommosa.
Non avevamo altra frutta, ci siamo consolati con del gelato di crema, ricoperto con il topping al cioccolato. Quello che diventa croccante in pochi secondi.
Domenica niente mare, eravamo un po' scottati dal sole del giorno prima e siamo rimasti in casa in giardino, cercando di sfuggire al caldo micidiale. Nonostante il caldo l'appetito non è andato via e sono salito a casa per preparare delle frise.
Aprendo il pensile del pane ho visto però che ne avevo parecchio raffermo ed ho avuto una folgorazione:niente frise, pane cunzato. Ora, non se ne abbiano a male i siciliani per il sacrilegio, ma ne ho preparata una versione riveduta "alla romana".
Ho tagliato le fette di pane a pezzetti e li ho messi in una ciotola aggiungendo pomodori a pezzi, olive nere, cipolla tagliata sottile, olio, sale, origano ed un pochino d'acqua. Ho mescolato tutto con le mani, pastrugnando i pomodori per far uscire parte del succo. Quando il pane è diventato rosa per il succo dei pomodori ho rovesciato il tutto in una terrina e messo in forno ventilato a 180 gradi per 20 minuti.
Il profumo ed il sapore non sono descrivibili, una esplosione di cipolla e origano: dovete venire a mangiarlo la prossima volta che lo faccio (sarà molto presto).
Un grande classico di qualche anno fa (come il vitello tonnato) non le facevo da tempo. Le farfalle non sono una pasta che amo, però così hanno un loro perché.
I gamberi sono quelli surgelati con il guscio (a pulirli ci vuole un po', ma sono meglio di quelli già sgusciati che tendono a disfarsi) appena scottati in acqua, il mais è quello in scatola sciacquato bene, la rughetta viene dal micro orto in giardino. Di rughetta ne ho messa poca, perché quest'anno è molto forte.
Qualcuno la prepara tiepida, io preferisco freddare bene le farfalle in acqua e giaccio e poi condire, aggungendo un filo d'olio e qualche coccia di pimento verde fatto in casa.